I miracoli di Gesù

(045)

Povera donna guarita (172.9 - 172.10)

(La scena è sempre quella del discorso della montagna, il terzo giorno, prima di congedare la folla)

Gesù lo carezza (un vecchio di ottant'anni) sulla testa tremula e bianca e chiede alla donna: "E tu?"
"Io vado cercando lavoro. Se fossi più pasciuta guarirei dalle febbri. E se fossi guarita potrei lavorare anche ai grani."
"Credi che solo il cibo ti guarirebbe?"
"No. Ci sei anche Tu... Ma io sono una povera cosa, una troppo povera cosa per poter chiedere pietà."
"E se ti guarissi che vorresti dopo?"
"Nulla più. Avrei avuto già ben più di quanto possa sperare."
Gesù sorride e le dà un pezzo di pane intinto in un poco di acqua e aceto che fa da bevanda. La donna ne mangia senza parlare e Gesù continua a sorridere.
Il pasto cessa presto. Era così parco! Apostoli e discepoli vanno in cerca d'ombra per le pendici, fra i cespugli. Gesù resta sotto la tenda. Il vecchione si è messo contro la parete erbosa e dorme stanco.
Dopo un poco la donna, che pure si era allontanata cercando ombra e riposo, viene verso Gesù che le sorride per rincuorarla. Lei viene avanti timida e pure lieta, fin quando quasi è presso la tenda, e poi la vince la gioia e fa gli ultimi passi velocemente cadendo bocconi con un grido soffocato: "Tu mi hai guarita! Benedetto! E' l'ora del grande brivido ed io non l'ho più.... Oh!" e bacia i piedi di Gesù.
"Sei sicura di essere guarita? Io non te l'ho detto. Potrebbe essere un caso..."
"Oh! no! Ora ho compreso il tuo sorriso nel darmi quel pane. La tua virtù è entrata in me con quel boccone. Io non ho nulla da ricambiarti fuorchè il mio cuore. Comanda alla tua serva, Signore, ed ella ti ubbidirà fino alla morte."
"Si. Vedi quel vecchio? E' solo ed è un giusto. Tu avevi un marito e te lo levò la morte. Egli aveva una figlia e gliela levò l'egoismo. E' peggio. Eppure non impreca. Ma non è giusto che vada solo nelle sue ultime ore. Siigli figlia."
"Si, mio Signore."